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Gillette e Parole O_Stili scendono in campo a Napoli per il calcio femminile e con il progetto “Scegli il tuo ruolo”

Gillette - brand leader della rasatura e da sempre vicino al mondo dello sport e agli uomini -, in collaborazione con Parole O_Stili - associazione culturale volta a scegliere forme di comunicazione non ostile in ambito digitale -, ha fatto tappa oggi a Napoli, presso l’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone, per la quinta tappa di “Scegli il tuo ruolo”, il progetto ideato per far fronte agli stereotipi e pregiudizi che ancora persistono in questo sport. All’incontro ha preso parte Sara Caiazzo, difensore del Pomigliano Calcio Femminile e della Nazionale Under 23, insieme a Barbara Laura Alaimo, pedagogista e formatrice dell’associazione Parole O_Stili.

Il progetto in collaborazione con Parole O_Stili segna una nuova importante tappa dell’iniziativa “La passione per il calcio non fa distinzioni” di Gillette e FIGC, nato con l’obiettivo di generare un impatto culturale positivo nella percezione dell’attività calcistica femminile e sostenere concretamente la base del movimento italiano. Infatti, nonostante il calcio femminile sia una realtà sempre più affermata e un fenomeno sportivo in continua crescita, sono ancora diffusi alcuni pregiudizi, soprattutto tra i genitori.

Con l’iniziativa “Scegli il tuo ruolo”, Gillette e Parole O_Stili si pongono come obiettivo quello di decostruire tali stereotipi insieme agli studenti e alle studentesse della scuola secondaria di I grado, attraverso una serie di incontri di sensibilizzazione in 8 diverse città e 6 classi per ciascuna tappa, per un totale di circa 1.500 ragazzi.

L’attività aiuterà non solo studenti e studentesse ma anche i genitori a interrogarsi sullo stereotipo per cui il calcio è uno “sport tipicamente maschile”, riflettere su quanto sia importante abbattere i pregiudizi nel mondo sportivo e acquisire consapevolezza sulla libertà di scegliere e praticare qualsiasi sport.

“Affiancare una realtà come Parole O_Stili in attività di educazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione di giovani studenti, studentesse e adulti per contrastare gli stereotipi di genere nello sport esprime con coerenza i valori sostenuti dal gruppo P&G” – ha dichiarato Marco Centanni, Brand Director di Gillette – “Crediamo fermamente in questo progetto e continuiamo a impegnarci per sostenere le basi del movimento del calcio femminile in Italia”.

““Siete ridicole, andate a giocare a pallavolo”, “Non siete femminili”, “State meglio in cucina”. Queste sono solo alcune delle frasi che vengono rivolte alle calciatrici. Parole intrise di stereotipi e di pregiudizi che offendono e che allontanano intere generazioni di ragazze da uno sport bello come il calcio” – ha commentato Rosy Russo, Presidente di Parole O_Stili – “Parole che “danno forma al pensiero”, come dice il principio numero 4 del nostro Manifesto della comunicazione non ostile. È proprio questo l’impegno di Parole O_Stili: accompagnare gli studenti e le studentesse in un viaggio di consapevolezza, che sappia andare oltre le differenze di genere. In ogni aula in cui insegniamo, attraverso le nostre iniziative scolastiche e i messaggi che condividiamo sui nostri social, lavoriamo ogni giorno per scardinare tutti quegli stereotipi che, passando attraverso il linguaggio, creano delle differenze di genere sempre più inconciliabili”.

Parole O_Stili è un’associazione culturale che, insieme alle scuole, università, imprese, associazioni e istituzioni nazionali e territoriali, lavora per diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete, promuovendo una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali attraverso gli strumenti digitali.

I dati sul calcio femminile. In tutto il mondo il calcio femminile è una realtà sempre più affermata. Secondo i dati emersi da una ricerca Gillette condotta insieme all’Istituto di Ricerca Sociale e di Marketing Eumetra, nell’ambito del progetto, in Italia oggi 1 figlia su 20* del campione intervistato pratica questa disciplina. Inoltre, il 50% dei genitori ritiene che il calcio non sia adatto alle bambine, individuando tra le motivazioni di questa considerazione il fatto che si tratti di uno sport di contatto.