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Auxologico partecipa ai podcast sulla salute “Da uno bravo” del comico Saverio Raimondo

A partire da oggi sarà disponibile su Audible.it, “Da uno bravo”,  una serie di 12 episodi podcast, da 30 minuti ciascuno, realizzati dallo stand up comedian Saverio Raimondo, per parlare, con il suo stile comico e divulgativo, di un tema serio e attualissimo: il benessere psicofisico al tempo della pandemia. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento di 5 specialisti di Auxologico: l'urologo Andrea Cestari, l'otorinolaringoiatra Corrado Borsi, l'oculista Stefania Moschini, il neurologo Stefano Messina e l'endocrinologa Cecilia Invitti che, insieme allo stand up comedian nei panni di un ipocondriaco paziente quarantenne, accompagneranno gli ascoltatori attraverso un approfondimento specialistico - ognuno per la propria categoria – condito da una buona dose di humor. Episodio dopo episodio, il podcast comico divulgativo ci restituisce il profilo clinico e psicologico di un uomo, che potrebbe essere ciascuno di noi – messo alle strette dall’ansia di sapere se sta veramente bene, dopo due anni di pandemia, distanziamenti, smart working, incertezza e solitudine.

Auxologico ha accolto l'invito a partecipare alla realizzazione del podcast per contribuire a promuovere la cultura della salute e della prevenzione, utilizzando linguaggio e canali diversi per raggiungere le persone e portare messaggi chiari e corretti dal punto di vista scientifico.

“Sono abituato a far ridere della mia ansia, e da tempo volevo sfruttare anche la mia ipocondria” – afferma Saverio Raimondo. “La pandemia mi ha solo offerto un buon pretesto per fare un bel check-up! Credo che ironizzare sulla nostra mortalità sia sano, l'umorismo è come una vitamina che fa bene al nostro sistema immunitario. Negli ultimi due anni si è parlato tanto di salute ma in relazione a un tema più grande di noi; con questo podcast ho voluto riportare il tema della salute nella sua dimensione più popolare: quella delle visite mediche di controllo, delle analisi, delle normali preoccupazioni di ciascuno di noi. E ho voluto avere come interlocutori medici veri, non televisivi, che hanno a che fare con i pazienti quotidianamente.”

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