Citroën e la pubblicità: una lunga storia d’amore
Se la pubblicità è l’anima del commercio, André è sicuramente uno dei suoi profeti. Citroën ha infatti firmato iniziative di comunicazione realmente leggendarie: dall’illuminazione della Tour Eiffel fino alle spedizioni in Africa e Cina. Una passione, quella per la comunicazione e l’advertising, rimasta inalterata nel DNA del marchio nel corso dei decenni.
«Nel meccanismo del progresso, non è tanto l’invenzione che conta quanto la sua diffusione» in queste parole di André Citroën è racchiuso un pensiero tanto moderno da essere ancora valido, a cento anni di distanza. André vuole cambiare lo stile di vita dei francesi, rendendo l’automobile alla portata di tutti ed è consapevole che per farlo è necessario informare adeguatamente i clienti. Pochissime persone hanno l’automobile, quindi si deve innanzitutto far conoscere questo nuovo strumento, renderlo desiderabile.
Il primo atto di questa vera e propria strategia di comunicazione è l’acquisto di mezza pagina su tutti i principali quotidiani francesi per pubblicizzare la Type A (1919): per la prima volta in Europa su un giornale viene pubblicata la foto di un’auto con prezzo, descrizione e invito ad andare a provarla in concessionaria.
Alla campagna stampa si aggiungono anche le “Carovane Citroën”: modelli della marca girano per città e paesi, fermandosi nelle piazze per far fare alle persone quelli che oggi chiameremmo test-drive.
André vuole che le persone guardino, tocchino, provino le sue auto e se ne innamorino. È un vulcano di idee e creatività: decide che mezza pagina sui quotidiani non è abbastanza e così ne prende una intera, l’ultima per l’esattezza, e la fa stampare recto verso con il nome Citroën come se fosse la testata di una rivista.
Nel 1922, nei giorni precedenti la settima edizione del Salone dell’Auto di Parigi, fa distribuire volantini che invitano a guardare il cielo (“Regardez le ciel”) e puntuale, all’apertura del Salone, un aereo vola su Parigi scrivendo con lettere di fumo il nome Citroën, che si estende per una lunghezza di 5 km.
Nel 1925, decide di stupire Parigi (e il mondo intero) illuminando per la prima volta la Tour Eiffel: il nome Citroën campeggia sul simbolo di Parigi e della Francia. Il progetto è un’idea del fiorentino Fernando Jacopozzi che con chilometri di cavo, migliaia di lampadine e l’aiuto di acrobati del circo, imbianchini, marinai e manovali riesce nell’impresa. Lo stesso lettering luminoso, nel 1934, sarà il faro che permetterà a Charles Lindbergh - impegnato nella trasvolata atlantica con il suo aereo Spirit of St. Louis - di individuare Parigi e portare a compimento l’impresa. Negli anni la configurazione della scritta cambierà, a volte citando un determinato modello, altre inserendo un enorme orologio.
In un crescendo di iniziative originali e assolutamente rivoluzionarie per l’epoca, André crea una compagnia di noleggio auto con possibilità di acquisto e la vendita rateizzata e organizza spedizioni in Africa e Cina, che vengono pubblicizzate tramite cartelloni cinematografici e la proiezione di documentari.
Dal 17 dicembre 1922 al 7 gennaio 1923 si tiene la prima - leggendaria - Crociera Nera, che prevede l’attraversamento del deserto del Sahara per mezzo di dieci cingolati Citroën. Fra il 1924 e il 1925, Citroën organizza una seconda spedizione, con l’obiettivo di attraversare l’intero continente africano da nord a sud.
Tra il 1931 e il 1932 i cingolati Citroën sono le prime automobili ad attraversare la catena dell’Himalaya, partendo da Beirut e arrivando a Pechino (12.115 i chilometri percorsi). L’impresa viene battezzata Crosière Jeaune (Crociera Gialla).
Le Citroën vanno dappertutto, sono ovunque e sulla bocca di tutti. Un alleato in questa imponente campagna d’immagine è Pierre Louis, l’uomo che disegna poster, brochure e depliant.
Passati gli anni difficili per l’Europa della Seconda Guerra Mondiale e dell’immediato dopoguerra, il testimone creativo di André viene raccolto, negli anni Cinquanta, da Jacques Wolgensinger, eclettico direttore della comunicazione di Citroën per quasi trent’anni. Il giorno che “Wolgen” - come lo chiamano gli intimi - entra nel suo nuovo ufficio trova semplicemente nel cassetto della scrivania un appunto con i nomi dei più importanti giornalisti francesi, il resto è un enorme foglio bianco da disegnare ed una gamma di auto innovative pronte per entrare nell’immaginario di tutti.
Wolgen assume il geniale creativo Robert Delpire e gli affida lo stile della Marca.
Delpire e la sua agenzia creeranno le campagne pubblicitarie più belle, eleganti ed incisive di Citroën: grandi fotografi come Helmut Newton, Robert Doisneau o William Klein ritraggono le auto che poi verranno valorizzate su brochure di grande formato e curatissime con elementi grafici che diventano logo e nome del modello.
Contemporaneamente Wolgensinger rispolvera le Crociere Citroën, questa volta sta alle piccole di casa 2CV, Dyane, Méhari attraversare il deserto o arrivare in Iran, in Afghanistan, in India e nel Sud America. L’impatto comunicativo è impressionante: Citroën diventa sinonimo e manifesto di uno stile di vita.
In Italia l’agenzia B Communication collabora con la Delpire per adattare ai nostri gusti le campagne che arrivano dalla Francia: nasce così il successo tutto italiano di Dyane (primo mercato per questo modello) con una campagna che guarda ai giovani: “Dyane, l’auto in jeans” piccola, economica, pratica, simpatica “è uno scooter da città ed un pulmino da weekend”.
Grazie ad una comunicazione efficace e fuori dagli schemi Dyane conquista il nostro paese.
Jacques Séguéla aveva solo 25 anni e si era appena laureato in farmacia quando decise di fare un viaggio con la 2CV.
Così, nel 1959, assieme al suo amico Jean-Claude Baudot acquistò un’esemplare della piccola Citroën con cui avrebbe intrapreso il giro… del mondo!
Il giro del mondo iniziò e finì in un anno circa e da questa esperienza i due viaggiatori scrissero un libro: “La Terre en rond”, pubblicato da Flammarion. Come il tour, anche il libro fu un successo e in pochi mesi l’aspirante farmacista divenne giornalista a Paris-Match e in seguito redattore capo di France Soir, prima di imboccare la carriera che l’avrebbe reso celebre: quella del pubblicitario.
Dalla metà degli anni ’70 Jacques Séguéla diverrà il nuovo pubblicitario della Marca del Double Chevron per la quale creerà campagne memorabili, quali ad esempio quella della VISA Diesel, caratterizzata dalle indimenticabili parole “hei gringo, la macchina… vavavumaaa!” oppure quella della VISA GTi catapultata dal ponte della portaerei Clemenceau.
Il futuro arriva a grandi falcate e negli anni ‘80 la cantante Grace Jones ne è la portabandiera, quando una versione meccanica della sua testa sbuca dal deserto per far uscire dalla bocca la Citroën CX. Comfort, velocità, aereodinamica, futuro: sono queste le caratteristiche di CX.
La nuova brand campaign dedicata al centenario
Dopo un primo episodio lanciato a marzo 2018, la campagna Citroën - in cui il protagonista globe-trotter, è alle prese con un viaggio attraverso diverse epoche - si arricchisce di nuove sequenze inedite, dove compaiono personalità indissolubilmente legate alla storia della Marca: il pubblicitario Jacques Séguéla a bordo di una DS e Sébastien Loeb sulla sua Xsara WRC.
Il video si chiude con uno sguardo alla visione del futuro di Citroën: AMI ONE Concept, il concept 100% elettrico che rappresenta la visione della libertà in città “by Citroën”.
Video disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=UON-I_ExkPM
Fiera del suo DNA, la Marca ha creato un calendario di eventi e animazioni a livello internazionale che si svolgeranno per tutto il 2019.
In programma raduni, ampio utilizzo dei social network con attivazioni ‘Inspired by You’ per dare la parola ai fan e presentazione di concept inedite che illustreranno la visione futura della Marca.