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Datagate Facebook: non tutti i social sono uguali!

Il Datagate di Facebook impazza sui media e in Rete. Come è noto, una società di ricerche - la Global Science Research (Gsr) -  ha raccolto i dati di 50 milioni di persone e le ha vendute alla controversa Cambridge Analytica, azienda che ha lavorato per la campagna di Donald Trump. Le stesse informazioni sarebbero state utilizzate per influenzare il voto sulla BREXIT.
 
Scenari da Black Mirror.
 
Il grande paradosso sulla privacy di Facebook sta venendo a galla in modo clamoroso.
 
Ma non tutti i social hanno questo approccio. E non tutti hanno lo stesso modo di trattare privacy e sicurezza dei propri utenti.
 
Hibye (http://hibye.it/), startup milanese che ha lanciato da poco l’omonima app geolocalizzata con l’ambizione di creare un social “in carne e ossa”, fa in modo che l’utente non connesso è come se non avesse proprio scaricato l’app stessa. L’utente, cioè, può decidere in totale sicurezza quando voler essere presente sul web e quando no. Ha inoltre la possibilità di bloccare immediatamente eventuali utenti scortesi o indesiderati.
 
Hibye punta forte sulla figura del “Presencer”, ovvero l’influencer esperto di un certo argomento o conoscitore di una determinata zona della propria città. Chiunque utilizza l’app Hibye può infatti diventare Presencer, pubblicando contenuti utili relativi al proprio quartiere (come il miglior ristorante di zona o il parrucchiere di fiducia) o alla propria professione (solo per citarne alcune: fashion blogger, giornalista, avvocato, grafico pubblicitario, ecc..).
 
Hibye è un social davvero rivoluzionario: consente infatti la comunicazione “orizzontale” tra utenti in tempo reale, in tutta sicurezza.
 
È possibile scaricare gratuitamente l’app dall’Apple Store http://apple.co/2uAlQ4S e da Google Play http://bit.ly/2ureobT .