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Esquire fa 180 per celebrare i primi 90 anni e guardare ai prossimi 90

Il numero di Esquire in edicola celebra i 90 anni della testata, aprendo lo sguardo ai prossimi 90: da qui il nome e il logo speciale del progetto – 180 – che accompagnerà il magazine per tutto il 2023. «Il problema con i periodici oggi è la loro missione», spiega nell’editoriale il direttore di Esquire Massimo Russo, citando lo storico art director della rivista George Lois: «“Invece di stabilire quale debba essere il timbro espressivo della cultura del tempo, cercano solo di seguirlo”. Noi, invece, apriamo lo sguardo fino a includere il piano dell’orizzonte, a 180 gradi. I nostri primi novant’anni e quel che varrà la pena di tenere a mente nei prossimi novanta”.

Il progetto 180, accompagnato da Esky, la mascotte del giornale con il compito di guida ai piaceri e alle passioni maschili, ha portato anche alla rivisitazione grafica del giornale, con un obiettivo preciso. Rendere Esquire ancora più attento ai cambiamenti globali, anticipando sul magazine, online e sui social l’interpretazione e le conseguenze delle scelte di oggi in ambito di economia, geopolitica, società. Lo scopo, nello spirito della testata, è cercare di rivelare “l'inatteso”, fornendo ai propri lettori e utenti gli elementi per comprendere la contemporaneità ed esplorare il futuro.

Un esempio dell’unione tra ieri e domani è la guida alla Silicon Valley, dedicata allo scrittore Tom Wolfe che, all’inizio degli anni ‘80, venne inviato da Esquire a raccontare cosa stava nascendo a Sud di San Francisco. Oggi il magazine ne ripercorre le tracce, proprio mentre – a causa dell’andamento negativo dei titoli e dei licenziamenti - la Silicon Valley secondo alcuni sarebbe al tramonto. In realtà l’innovazione corre veloce in settori nuovi, come l’intelligenza artificiale, il computer quantistico e la realtà aumentata, e un fiume di denaro sta affluendo verso le start-up che promettono la vita eterna, con l’obiettivo di allungare l’esistenza e di sconfiggere malattie come il diabete e le cardiopatie. Tutto ciò mentre in giro per il mondo sono già nate altre Silicon Valley, centri dell’innovazione globale in cui si incontra il futuro.

Anche il portfolio di immagini è un tributo alla capacità visionaria di Esquire: è dedicato a George Lois, uno dei più geniali “Mad Men” americani, che ha fatto la storia della comunicazione visiva. Lois fu art director di Esquire e autore di 92 tra le più incisive copertine della rivista nella seconda metà del ‘900, che oggi fanno parte della collezione del Moma (The museum of modern art) di New York.  Massimo Russo lo ricorda così: «Già una quindicina di anni fa Lois vedeva con chiarezza nei giornali follower, senza carisma né personalità, l’incapacità di reagire a un mondo mutato per sempre».

Tra gli altri servizi, da segnalare una straordinaria testimonianza di prima mano sull'intimità e gli incontri con i partner nelle carceri americane (proprio mentre in Italia si discute ancora una volta di quale debba essere la funzione della pena e dell’ergastolo ostativo); il futuro della Chiesa dopo la fine dell'epoca dei due Papi, e il racconto dei primi cinquant’anni dell’attore Idris Elba, uomo copertina di questo numero.