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Growth Driven Design: Domino svela uno dei suoi punti di forza

Domino Proudly Interactive deve i suoi successi all’applicazione duratura di alcuni metodi, come il Growth Driven Design (GDD). Si tratta di una strategia che rompe con il modello tradizionale per abbracciare la flessibilità e l'efficacia dei sistemi “Agile” e “Lean”. Ma cosa comporta esattamente? “Se è pur vero che il website resta uno dei touchpoint più importanti in fase di consideration (e non solo) è altrettanto vero che il modo "tradizionale" di costruirlo, lanciarlo e rinnovarlo è diventato obsoleto, lento e spesso inefficace”, spiega Domino.

Infatti, le aziende si trovano periodicamente ad affrontare i limiti del web design più noto: costi iniziali proibitivi, sforzi di impiego del personale troppo alti, ritardi e superamenti di budget, mancanza di prototipi per il testing e prodotti che diventano obsoleti in tempi rapidi. Il GDD offre una soluzione a questi problemi proponendo un approccio che riduce il rischio e massimizza l'efficacia.

Nello specifico, si tratta di un processo suddiviso in tre fasi principali: il Design Sprint, il Lancio e il Miglioramento Continuo. Il tutto mira a realizzare siti web che non solo soddisfino le esigenze degli utenti ma che possano anche evolvere in base al comportamento e ai feedback di questi ultimi. Vediamo meglio:

Design Sprint: al suo interno si definiscono obiettivi e personas e si realizza un prototipo in soli 4 giorni, in modo da coniugare velocemente una buona UX con gli obiettivi aziendali. Si stila, quindi, una wishlist, una lista di desideri che comprende tutte le funzionalità e gli elementi necessari per raggiungere gli obiettivi. Tuttavia, non tutto ciò che è nella wishlist verrà implementato subito – il fine primario è lanciare quegli elementi che secondo la “regola 80/20” porteranno l'80% dell'impatto sugli utenti, con il 20% di attività.

“Quali sono davvero le pagine, le funzionalità o i miglioramenti che ci avvicinano di più al raggiungimento degli obiettivi prefissati in strategia? Riuscire ad identificarle, coinvolgendo gli stakeholder e tenendo sempre bene a mente l'analisi dei dati, semplifica e velocizza tutto il progetto”, spiega l’agenzia.

Launchpad: consiste nel “lancio” del website, che non è un prodotto finito, ma un punto di partenza. “È proprio il cambiamento radicale dell'approccio che ci permette di vedere il valore del launchpad, non un ‘sito a metà’, ma ad esempio un upgrade di quanto già esistente”, il quale permette in un tempo ristretto di avere “un prodotto che integra già fondamentali miglioramenti e che è pronto per essere testato dagli utenti”.

Continuous Improvement: “continui cicli che hanno l'obiettivo di non smettere mai di migliorare il prodotto”, il quale avrà maggiore longevità, ma anche aggiornamenti più contenuti e gestibili, sia come tempo-uomo sia in termini di budget.

A differenza del metodo tradizionale, un progetto GDD può durare in media 1 anno, ma i risultati sono tangibili e migliorabili già dopo pochi mesi; il modello di costo è modulare e scalabile, permettendo di adattarsi alle esigenze. Attualmente, con clienti come Rollon, Arca Fondi e Esosphera, questo approccio sta dimostrando il suo valore.

Per maggiori informazioni visita il blog di Domino.