How to spend it, la moda on e offline nuovi talenti, stili e avatar
See now, buy now. You try, we wait! Non è una cantilena ma una grande realtà che di reale ha solo l’acquisto. Sono le vetrine digitali della moda che raggiungono numeri da record: uno ogni 0.7 secondi. La moda, on e offline, è il tema di apertura del nuovo numero di How To Spend It in uscita con Il Sole 24 Ore da venerdì 1 marzo. Nicoletta Polla Mattiot, la responsabile della patinata rivista, ha intervistato Federico Marchetti, il fondatore di Yoox, la mente dietro il colosso globale del luxury fashion che viaggia su internet (oggi Ynap Group), per carpirne i segreti e lo stato delle cose. Per Marchetti “il tempismo è tutto”. I numeri sembrano dargli ragione: 3milioni di clienti attivi in 180 paesi e 2.5miliardi di dollari di fatturato nel 2017, di cui oltre la metà tramite mobile. Con la formula vedo compro provo, tengo (o restituisco) i tempi si sono accorciati alla velocità di un click.
In copertina c’è un avatar al posto di una modella. Tendenze di stagione e nuovi paradigmi della moda. Ma chi sono i talenti emergenti del momento?
How to Spend It è andata alla ricerca delle nuove tendenze e ha scoperto chi sono i nuovi Talenti che stanno riscrivendo il concetto di creatività nella moda: hanno tra i 28 e i 35 anni e grazie ad un ecosistema di premi, collaborazioni e storie lungimiranti, (che hanno saputo lanciarli ma senza inglobarli), incrociano il loro percorso con quello di maison importanti, senza rinunciare a vendere le proprie collezioni. Ecco l’altra faccia del talento del fashion business con la loro personalissima visione dello stile che oggi ha una risonanza mondiale.
Dalla moda all’arte, focus su uno degli appuntamenti fondamentali per i collezionisti, Art Basel Hong Kong, che aprirà i battenti il 28 marzo. Puntare a Sud –Est è il diktat. E non solo Cina. Dalla Thailandia concettuale di Pinaree Santpitak al Myanmar politico di Moe Satt. Art Basel Hong Kong indica una strada ancora inesplorata ai collezionisti. Un appuntamento fondamentale per le transazioni di opere contemporanee senza dimenticare gli immancabili consigli di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Solo su How To Spend It.
L’arte non solo si colleziona ma si porta anche in tavola. L’esperienza artistica si arricchisce di sensi e piacere. Se, da qualche tempo, musei e gallerie d’arte non sembrano poter fare a meno di bistrot e ristoranti, oggi la formula davvero vincente è considerarli un completamento dell’esperienza visiva e non solo dell’offerta museale. Il percorso della mostre si completa con la reinterpretazionegourmet di un quadro di Rembrandt o di Ai Weiwei. Nel menu alla carta entra anche Basquiat. Da Milano a Singapore, il cibo si inserisce e completa l’esperienza unica di una collezione, riproducendo l’atmosfera, quadri o sapori dell’epoca.
Per quanto riguarda il design, in Medio Oriente, la sua espressione è nella cultura delle sue radici, bilanciata con la spinta all’innovazione. Dubai è diventata il suo centro: entro il 2030, un quarto degli edifici sarà costruito con stampanti in 3D su progetti che fondono design contemporaneo e pezzi su misura, ispirati alla cultura della regione. I distretti creativi si muovono fra rinascita artigianale e robotica. How To Spend It è andata nei nuovi Hub per incontrare designer emergenti, consacrati dalla Dubai Week Design dello scorso novembre.
Su How To Spend It, come in ogni numero, oltre ai servizi di moda non possono mancare focus sul beauty (in questo numero preziose le night mask durante il sonno e la ginnastica facciale nelle ore diurne), Globetrotter che ci fa scoprire ristoranti – giardino, roof – bar e souk nelle città, Tecnonauta e tante altre rubriche con indirizzi e appuntamenti da non perdere.
How To Spend It è in edicola da venerdi 1 Marzo con Il Sole 24 Ore.
La campagna a sostegno dell’uscita realizzata da Simonetti Studio è pianificata sui mezzi del Gruppo 24 ORE
Questo numero di How To Spend It verrà distribuito con hostess presso l’evento FAI “Un soffio di primavera” che si terràsabato 2 e domenica 3 marzo a Villa Necchi Campiglio.