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Imille pubblica «Il momento è adesso. Cosa Covid-19 insegna ai brand su come rispondere alla catastrofe»

Gli eventi catastrofici, prevedibili o meno, alterano profondamente e repentinamente lo scenario competitivo per i brand e il contesto di consumo per le persone. A causa della catastrofe torniamo a dedicare tempo e attenzione ad alcune attività che davamo per scontate, collegate per esempio alla salute o alla sicurezza; le misure messe in atto per contrastare la catastrofe ci obbligano a rinunciare completamente e immediatamente a stili di vita consolidati. In pochi giorni siamo costretti a ridefinire la gestione del nostro tempo, le nostre priorità, i nostri consumi.

Cosa possono fare i brand in questo contesto radicalmente nuovo?
Per rispondere a questa domanda Imille ha pubblicato «Il momento è adesso. Cosa Covid-19 insegna ai brand su come rispondere alla catastrofe». Un'analisi che fornisce ad aziende e organizzazioni uno strumento per ripensare la propria relazione con le persone in seguito a eventi catastrofici, come quello della pandemia Covid-19. Aiutandole a capire come dovrebbero agire non solo per evitare di soccombere (resilienza), ma addirittura utilizzando la catastrofe per migliorare e crescere (antifragilità).

Attraverso un framework che si fonda su Jobs Theory, Platform Economy e Antifragile Theory, «Il momento è adesso. Cosa Covid-19 insegna ai brand su come rispondere alla catastrofe»scaricabile gratuitamente sul sito di Imille – attraverso una serie di azioni ed esempi indica come diventare antifragili nella pratica.

«Le soluzioni proposte sono applicabili da subito al contesto in cui viviamo, creato dal Covid-19» dichiara Matteo Roversi, Head of Brand Experience Design di Imille e co-autore dell’analisi. «Ma non soltanto: abbiamo creato un framework che può essere utilizzato per tutti gli eventi catastrofici che il mondo globalizzato ci farà affrontare con sempre maggior frequenza».

«Negli ultimi due decenni abbiamo sentito chiunque parlare di velocità, flessibilità e trasformazione digitale» sottolinea Simone Tornabene, partner di Imille e co-autore dell’analisi. «Si tratta di concetti utili solo se le organizzazioni riescono ad applicarli ad un piano, a una direzione. Altrimenti è come correre senza una meta: veloci o meno, non si arriva da nessuna parte. Il nostro lavoro mostra proprio questo: dove andare, in un momento in cui molti vagano alla cieca».

«Nei momenti catastrofici, la risposta più comune è fare lo stretto indispensabile e concentrarsi su quello» spiega Stefano Panini, Strategist e co-autore. «Questa reazione ha senso per le persone, ma è deleteria per le aziende. La catastrofe ridisegna in pochissimo tempo un nuovo scenario competitivo, ridistribuendo opportunità: chi ne è avvantaggiato dovrebbe approfittarne per rendere duraturo questo vantaggio; chi ne è svantaggiato non dovrebbe limitarsi a parare i colpi, ma al contrario aggredire le nuove opportunità».