Influencer marketing: cercasi nuovi KPI
Le campagne di influencer marketing sono sempre più parte integrante del media mix delle aziende; i brand desiderano collaborare con influencer che siano in grado di ‘ingaggiare’ e influenzare i loro follower, ma quali sono i KPI di riferimento per monitorare il raggiungimento di questi obiettivi? BloggerItalia, forte della sua esperienza decennale in questo settore, ha analizzato le campagne pianificate nel 2020 su Instagram per rispondere ad alcune domande comuni e individuare dei benchmark per il mercato italiano.
Un indicatore particolarmente significativo è l’Instagram Stories retention rate, metrica che la boutique agency italiana ha introdotto lo scorso anno e che ritiene essere particolarmente importante per analizzare l’interesse dell’audience nei confronti dei contenuti pubblicati dagli influencer. Il suo valore indica infatti la percentuale di utenti che visualizza l’intera sequenza delle Instagram Stories, dall’inizio alla fine. Il retention rate medio rilevato da BloggerItalia è compreso tra l’85% e il 95%, calcolato su una media di 6 frame consecutivi da 15 secondi l’uno.
“Questi risultati sono eccellenti e indicano che il nostro approccio, basato sulla creazione di contenuti rilevanti e un’oculata scelta dei creator, vada nella giusta direzione”, sottolinea Valentina Villa, Account Director di BloggerItalia. “Monitorare la sola copertura delle Stories non basta: questo KPI non ci indica infatti il reale livello di coinvolgimento del pubblico. Desideriamo offrire ai nostri clienti un livello di analisi più approfondito per ottimizzare l’efficacia delle nostre attività e perfezionare la reportistica”.
L’autenticità è ciò che ha reso così potente l’influencer marketing, perché consente ai brand di creare una reale connessione con il loro target di riferimento; tale caratteristica rischia però di scomparire, a causa degli importanti investimenti in questo settore che hanno portato a una forte crescita dei contenuti contraddistinti dall’hashtag #adv.
“I contenuti che gli influencer realizzano in collaborazione con i brand hanno spesso un engagement rate inferiore rispetto ai contenuti spontanei”, continua Valentina Villa. “Quando le attività paid seguono una strategia di content marketing focalizzata sull’autenticità possiamo però ottenere risultati sorprendenti. Nelle campagne pianificate su Instagram nel 2020 abbiamo ottenuto un ER medio molto vicino a quello dei contenuti spontanei: il gap rilevato è compreso tra lo 0% e il -1,8 %, segno che il pubblico ha apprezzato il contenuto e percepito il messaggio sponsorizzato come spontaneo”.