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“La mappa delle culture” come le persone pensano, lavorano e comunicano nei vari paesi

Il lavoro nel mondo globalizzato e virtuale di oggi, in cui Internet e la tecnologia hanno azzerato ogni distanza, richiede sempre più spesso di interagire con persone di diversa provenienza. Che siano colleghi, collaboratori o clienti, diventa indispensabile comprenderne le abitudini, i comportamenti e le modalità di comunicazione, scansare i passi falsi interculturali più comuni e decodificare i diversi modelli di comportamento.

Siamo parte di una rete globale (reale e virtuale) e non possiamo prescindere dalla capacità di destreggiarci tra le diverse realtà dei vari paesi. Gli americani, ad esempio, accompagnano sempre ogni commento negativo con due elogi, i nordeuropei preferiscono la schiettezza (“la tua presentazione è tutta da rifare”); i giapponesi e i cinesi sono attentissimi alla gerarchia, gli scandinavi per niente. Francesi, olandesi, israeliani e tedeschi vanno dritti al punto. Non è una sorpresa che quando team internazionali si trovano a dialogare, scoppi il caos.

In dieci anni di ricerche come docente di management interculturale all’INSEAD, la studiosa americana Erin Meyer, nel suo libro La mappa delle culture, ha messo a punto un modello di lettura e di comprensione delle differenze di comportamento nei diversi paesi. Questo saggio ci guida in un’esplorazione delle differenze culturali su otto aspetti fondamentali nella vita e nel lavoro.  

Le otto “scale di comportamento” individuate da Erin Meyer sono: Comunicare, Valutare, Persuadere, Guidare, Decidere, Fidarsi, Dissentire, Programmare. Ciascuna rappresenta un’area-chiave in cui posizionare una cultura rispetto alle altre per decifrare i suoi atteggiamenti, prevenirli ed evitare potenziali situazioni di conflitto. Il modello di Erin Meyer permette di tracciare le posizioni di ogni cultura sulla mappa, per ciascuna scala di comportamento, e creare così un confronto puntuale tra le differenze nazionali.

«Aiutate i membri del vostro team a sviluppare la loro flessibilità culturale», scrive Erin Meyer «insegnando loro a sospendere i loro giudizi e a vedere la situazione da una prospettiva opposta». In questo “handbook comportamentale” dall’approccio sistematico, lontano dai cliché e ricco di esempi concreti e aneddoti utili, l’autrice mostra come la comprensione di ogni variante, dalla più semplice alla più complessa, tra due nazioni sia la chiave per risolvere i problemi più spinosi e, se gestita con cura, la risorsa più preziosa di un team.

L’autrice
Erin Meyer è docente all’INSEAD. Nel 2015 ha vinto il Thinkers50 Radar Award e dal 2017 è entrata nella classifica dei 50 pensatori più influenti al mondo. I suoi lavori di ricerca, che si focalizzano su come affrontare le differenze di cultura all’interno di ambienti multiculturali, sono apparsi sulla Harvard Business Review, sul Singapore Business Times e su Forbes. Vive in Francia. Ha vissuto e lavorato in Africa, in Europa e negli Stati Uniti, accumulando esperienze che le hanno permesso di approfondire gli studi sugli stili di comunicazione e di organizzazione aziendale maggiormente adottati nei diversi Paesi e su come conciliare le loro differenze. È coautrice del libro L’unica regola è che non ci sono regole, scritto insieme al co-fondatore di Netflix Reed Hastings.