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“Legal hackers” in Weber Shandwick per una formazione sul GDPR al via oggi

Si è svolta presso la sede di Weber Shandwick in Via Vigevano a Milano una sessione di formazione e orientamento sul GDPR dedicata alle aziende.

Moderati da Mafe De Baggis, esperta in digital media strategy, un team di quattro giovani avvocati esperti di tematiche di marketing digital e facenti parte del capitolo italiano dell’associazione Legal Hackers (https://legalhackers.org/) hanno stimolato i responsabili delle aziende partecipanti a raggiungere piena consapevolezza delle implicazioni – anche inaspettate – del GDPR, che entrerà in vigore da oggi 25 maggio.
 
Il tema delle implicazioni del GDPR, che ha l’obiettivo di rendere più omogenea l’applicazione delle norme sulla privacy a tutela del cliente/consumatore, è ampiamente dibattuto e sta creando non poca confusione e preoccupazione in chi si occupa di marketing tradizionale e digitale. Da qui la scelta di Weber Shandwick di creare le condizioni per un confronto con un team di avvocati guidati da Giorgio Trono di Legal Hackers.
 
Giulia Mentore, Senior Vice President di Weber Shandwick in Italia e Director della Practice Digital e Consumer Communication, ha introdotto la giornata, dichiarando: “Abbiamo voluto promuovere questo incontro di approfondimento pochi giorni prima dell’entrata in vigore del temutissimo GDPR perché ci siamo resi conto delle difficoltà e della confusione vissuta dai nostri clienti nel cercare di capire la complessità delle azioni da mettere in campo per allinearsi alla nuova normativa. L’evento ha avuto proprio come obiettivo primario quello di rendere più divulgativo il tema ma soprattutto di normalizzare i timori in ampia parte superiori alla reale portata del regolamento”.
 
Mafe de Baggis, digital strategist e consulente dell’agenzia, ha confermato questa linea e ha affermato: "Il GDPR premia le aziende e i professionisti che, da anni, rispettano i clienti e la loro privacy ".
 
L’Avvocato Giorgio Trono ha dichiarato: “Per chi fa marketing online il GDPR non rappresenta una rivoluzione. Anche per questo le preoccupazioni maggiori degli operatori riguardano spesso la gestione dell'esistente, ad esempio se è necessario rinnovare i consensi ottenuti prima del 25 maggio, comunicare agli iscritti alla newsletter che l'informativa sulla privacy è cambiata oppure come regolare i vecchi rapporti con i fornitori o con i collaboratori esterni”.