L’insegnamento di Candido Cannavò
Candido Cannavò, storico direttore de La Gazzetta dello Sport mancato il 22 febbraio 2009, è stato campione di giornalismo e portabandiera di valori basilari, etica, solidarietà, inclusione. Nel decennale della sua scomparsa, esce Storia sentimentale dello sport italiano di Candido Cannavò, a cura di Elio Trifari, con una postfazione di Alex Zanardi, edito da Solferino e distribuito anche in edicola con La Gazzetta dello Sport.
Sono pagine da cui arrivano, forti e intatte, le emozioni che sono il sale dello sport. Già nell’editoriale del 12 marzo 1983, giorno del suo insediamento come direttore, Cannavò scriveva: «Lo sport è uno dei fenomeni massimi del nostro tempo: è attività fisica e costume, è rito e spettacolo, è passionalità e cultura, è fascino del campione ed è anche umile e suggestiva scoperta di una corsa sui campi.»
Storia sentimentale dello sport italiano racconta una lunga intensa stagione, da Pietro Mennea a Roberto Baggio, da Marco Pantani a Valentino Rossi, da Alberto Tomba a Federica Pellegrini, da Valentina Vezzali ai fratelli Abbagnale, dalle più emozionanti vittorie della Ferrari ai trionfi degli azzurri di Enzo Bearzot e Marcello Lippi. Bastano questi nomi per evocare ricordi ed emozioni, esultanze e delusioni cocenti, un comune sentire che ha saputo unire il nostro Paese, da Nord a Sud.
A raccontare i grandi momenti dello sport italiano è la penna dell’amatissimo direttore de La Gazzetta dello Sport, che è stato capace di grandi battaglie per le regole e i valori, di commozione per gli exploit dei nostri campioni, di entusiasmo per l'affermazione dello sport femminile.
Gli articoli più belli di Candido Cannavò sulle prime pagine della «rosea», raccolti in questa Storia sentimentale dello sport italiano, ci fanno rivivere la grande epopea delle emozioni azzurre, dalle Olimpiadi di Roma nel 1960 alla vittoria nel Mondiale del 2006. Un vero e proprio romanzo dell’Italia sportiva nei ricordi di un indimenticato maestro del giornalismo.
Come scrive nella prefazione il direttore Andrea Monti: «Questo filo rosa vi guiderà nel grande gomitolo in cui Candido intrecciava ogni giorno le vicende che lo appassionavano, di cui fu testimone umile e scultore monumentale... Quasi cinquant’anni in cui i sentieri dello sport incrociano sovente la strada maestra della grande storia per fondersi in essa e diventare memoria collettiva.»
Il libro sarà presentato alla stampa lunedì 25 febbraio in Sala Buzzati, durante la mattinata dedicata al Premio Facchetti e al Candido Day.