Media Key

Media Key intervista: Anna Bovo Suarez, Client Director di Hangar Design Group

Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
Siamo in modalità smart working fin dal primo giorno. Qui a Milano lavoriamo con aziende strutturate e devo dire che è stato piuttosto facile spostare subito l’attività di ufficio in telelavoro grazie anche alla rapida condivisione da parte dei clienti di strumenti di teleconferenza. Anche in Veneto dove abbiamo i nostri headquarter, lo switch è stato rapido. Diversa la situazione in Cina, dove abbiamo una sede a Shanghai, che dopo due mesi di stop ha già riaperto da qualche settimana e dove quindi gli uffici sono pienamente attivi.

Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
Sicuramente le priorità dei nostri clienti saranno molto diverse da quelle portate avanti in precedenza. I clienti si stanno riorganizzando e si stanno interrogando su quali scenari dovranno affrontare dopo, quando ci sarà una graduale riapertura delle attività. Stiamo quindi aiutandoli a mantenere un solido contatto con i propri clienti attraverso i diversi canali di comunicazione, spingendoli a potenziare l’online e i social, poiché è lì che evidentemente si sono spostate le comunità e le conversazioni.

L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Per quanto riguarda la maggior parte dei nostri clienti, gli investimenti sono stati per ora confermati, ma di certo non ampliati. Difficile prevedere se nel medio termine subiranno una decisa contrazione, potrebbero anche essere spostati o riconvertiti. Dipenderà dalle dimensioni aziendali e dalle categorie merceologiche.

Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Credo che ora più che mai sia necessario mettersi in ascolto del consumatore, mostrare empatia non solo con la retorica del “distanti ma uniti” ma con iniziative concrete e ricentrare le proprie strategie guardando ai valori identitari su cui l’azienda ha costruito la propria storia.

Il motto di tutto il Paese è “andrà tutto bene”, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione?
Di fronte ad una crisi senza precedenti, sembra impossibile fare previsioni. Ma di certo se le aziende vorranno uscirne dovranno fare i conti con alcuni cambiamenti nel breve termine che probabilmente diventeranno condizioni permanenti. Innanzi tutto lo spostamento sul digitale: con il retail completamente fermo, l’ecommerce ha guadagnato un numero imponente di nuovi utilizzatori. Il peso degli acquisti online è dunque destinato ad aumentare e deve essere supportato da adeguati investimenti di comunicazione. Inoltre la trasformazione digitale può aiutare a raggiungere anche quei mercati, a partire dalla Cina, che per primi riacquistano un senso di normalità quotidiana. Modalità di comunicazione sofisticate di livestreaming, per esempio, possono aiutare a tenere in vita i brand in assenza di fiere e eventi di settore. In questo senso le piattaforme digitali multifunzionali possono rapidamente colmare i vuoti a patto che si sappia bene cosa e come comunicare ad una platea di utenti a scala potenzialmente globale, accompagnando gli investimenti a strategie di segmentazione dei pubblici sempre più complesse.