Media Key intervista: Federico Corradini, CEO e Chief Semiotician di XChannel
Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
XChannel è la società di consulenza della crosscanalità: in questo momento tante aziende hanno bisogno di attivare canali di vendita e di comunicazione “cross”, nuovi e innovativi, per dare un servizio primario ai propri consumatori e per mantenere con loro una relazione. Quindi siamo tutti più impegnati che mai, con solidarietà e nonostante tutto con entusiasmo, su tanti fronti, per renderci il più possibile utili e aiutare anche gratuitamente le imprese in difficoltà. Ma la sicurezza del mio team è la cosa più importante, quindi siamo stati tra i primissimi ad attivare il lavoro da remoto: il 100% dell’azienda lavora da casa del 24 febbraio.
Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
In questi giorni difficili l'e-commerce ha un valore di servizio: può aiutare sia le persone che le imprese in difficoltà. Per i nostri clienti e per i prospect abbiamo lavorato a una strategia di formazione in collaborazione con i gruppi internazionali più importanti del digital. Si tratta di un percorso di webinar gratuiti che coinvolge Alibaba, AliExpress, Amazon ma anche le app più promettenti del momento, come Stocard, e i social emergenti, come TikTok. Contiamo che al termine di questo percorso, che dura un mese, le nostre aziende siano pronte a entrare nella nuova era del retail che ci aspetta, di là dalla fine della crisi.
L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Una strategia crosscanale può essere più utile di altre, in questa crisi. Lo dimostra un’analisi di buon senso di quello che sta accadendo in questi giorni a tante aziende con cui parliamo tutti: a) chi non aveva un eCommerce (o Amazon) sta correndo ai ripari e b) chi aveva una strategia media/retail monolitica la sta abbandonando. Chi già aveva pianificato in senso crosscanale, invece, mi sembra che ne esca meglio degli altri. Chi per esempio alla Tv ha affiancato YouTube continua a fare media, come prima, spostando il mix verso il secondo mezzo e spendendo a CPV, quindi a consumo. Lo stesso esempio si può fare per Google. Oppure, anche: chi a un piano di store-visibility ha affiancato un piano media sui social può contare più che mai sul real-time-marketing e sullo user-generated-content. TikTok, che è il social del momento anche in Italia, è un approdo perfetto per entrambe queste esigenze.
Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Il mutamento che stiamo vivendo ha due caratteristiche importanti: innanzitutto, non è un mutamento di breve-medio periodo; poi, non è (o meglio, non soltanto) un mutamento nel mix dei canali distributivi. Da questo possiamo trarre la conclusione che quello che stiamo vivendo non sia né un cambiamento che riguarda le marche né un cambiamento che riguarda le insegne. Oggi in Italia stiamo vivendo un mutamento epocale che riguarda i consumatori. Per questo l’impatto sarà molto più strategico di quello che oggi si può anche soltanto immaginare. Sarà strutturale, rivoluzionario, di lungo periodo – ma anche innovativo e per il meglio. Stiamo entrando nell’era del Retail 5.0: noi proporremo sempre più soluzioni di marketing a performance e digitalizzate.
Il motto di tutto il Paese è “andrà tutto bene”, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione?
Lo spostamento dei consumi verso i nuovi canali digitali (dagli eCommerce proprietari ai marketplace, come Amazon e AliExpress) è appena cominciato. In queste settimane stiamo viaggiando a 4 o 5 volte tanto la velocità media degli ultimi dieci anni. Un mutamento strutturale che, appunto, è solo al suo inizio. Perché una nuova predisposizione all’acquisto digitale si va sedimentando: il 100% degli italiani ha preso contatto con il commercio elettronico in quest’ultimo mese. La comunicazione deve quindi rivoluzionarsi, ribaltarsi e in un certo qual modo ripetersi: ieri le soluzioni crosscanale che offrivamo partivano dall’online per finire offline, con l’esempio tipico delle drive-to-store. Oggi le attività partono online per finire online: per esempio con la pubblicità su Amazon. Domani le nostre attività partiranno online e offline e finiranno online, dove però dovremo sempre di più restituire agli utenti le dinamiche affettive e relazionali di oggi, nella distanza. Il modello di eCommerce vincente sarà quindi quello cinese, di Alibaba, dove i venditori avranno flessibilità per un approccio sociale e relazionale al commercio. Dalla bancarella del mercato a quella digitale.