Media Key intervista: Ramon Sembianza, Partner di Gerundio
Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
Il Covid ha avuto l'unico merito di far emergere un'esigenza ignorata da gran parte del mondo produttivo prima dell'emergenza, ossia una rimodulazione del tempo di vita e di lavoro dei lavoratori. Noi abbiamo un approccio non ideologico allo smart working credendo fortemente che una maggiore libertà e autonomia del dipendente si traducano in un miglioramento della produttività e del clima in generale. Così abbiamo deciso di continuare a lavorare a distanza ma nelle prossime settimane torneremo a incontrarci periodicamente in agenzia perché il rapporto umano rende più fluida la comunicazione tra di noi.
Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
Lo sforzo maggiore è stato immaginare il giorno 0, quello subito dopo la fine del lockdown; ci siamo sforzati di concentrarci solo su iniziative per rimettere in contatto brand e persone rispettando le regole sul distanziamento sociale ormai insite nei nostri stili di vita.
Così durante il lockdown abbiamo delineato degli scenari predittivi sul cambiamento delle abitudini delle persone sulla base dei dati di ricerca sui consumi. Da questo studio abbiamo elaborato tre diversi format di comunicazione adatti ai brand del settore: Beverage, Food e Arredamento. Ogni format è peculiare ma sono tutti pensati per avere una presenza fisica in 5 città italiane, in modo da coprire tutto il territorio nazionale, e hanno anche una forte componente di engagement digitale.
L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Dipende dai settori, l'alimentare, compreso il pet food, e la GDO sono quelli che hanno retto meglio, mentre se pensiamo agli altri mercati in cui siamo attivi, come trasporto aereo, logistica navale ed eventi, la ripresa sarà più lenta.
Il nostro consiglio è reindirizzare il budget verso una strategia di marketing automation che oggi rappresenta l'ultima frontiera del web marketing. Questa tecnologia consente di avere un approccio alla comunicazione personalizzato sui gusti degli utenti. Il processo inizia profilando il target in cluster/gruppi e inviando loro solo messaggi affini alle loro abitudini d'acquisto. Abbiamo riscontrato che i maggiori benefici sulla performance si sono avuti nelle operazioni di lead generation e lancio di prodotti on line.
Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Puntare su iniziative tangibili per i consumatori, in grado di alleviare le difficoltà del momento storico. Si richiede ai brand una maggiore sensibilità sia sul piano dei messaggi sia per quanto riguarda il marketing.
Il made in Italy va ripensato senza inutili campanilismi o visioni di chiusura, anzi dobbiamo sempre ricordare il valore delle esportazioni e la forte domanda di italianità nel mondo, sui settori della moda, del turismo, del cinema e naturalmente dell'agroalimentare.
Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione?
Le aziende e le agenzie hanno modelli di sviluppo già consolidati, siamo forse uno dei pochi settori in anticipo sul futuro, sempre alla ricerca delle novità. Uno solo il fattore chiave per il rilancio: minore pressione fiscale sulle aziende e sui lavoratori.