Media Key intervista: Stefano Spadini, CEO di Havas Media
Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
Abbiamo incentivato tutti i dipendenti a lavorare in smart working, prima ancora del lockdown nazionale. Havas Media ha iniziato a sperimentare lo smart working da cinque anni, siamo giunti quindi all’inizio dell’emergenza con una modalità di lavoro collaudata e implementata per tutti i dipartimenti del Gruppo. Abbiamo agito su due fronti: hard e soft. Sul fronte hard, abbiamo dotato le persone di tutte le facility necessarie per svolgere le proprie attività da casa. Abbiamo lanciato una ricerca proprietaria organizzata in più wave per monitorare costantemente la situazione e dare aggiornamenti puntuali ai nostri clienti. Sul fronte soft, abbiamo messo in atto una serie attività per mantenere lo spirito di gruppo, come le colazioni virtuali, un blog nella intranet dove i colleghi si raccontano, gli appuntamenti serali per cucinare insieme, iniziativa così apprezzata che si sono uniti a noi i colleghi dalla Germania.
A queste si aggiungono varie attività per supportare il benessere fisico e psicologico dei dipendenti, come ad esempio il risveglio muscolare mattutino, la mindfulness e il counseling. Senza dimenticare i più piccoli con corsi di teatro e attività ludiche.
Questo periodo porta le aziende a ripensare al proprio business e anche le agenzie a ripensare al proprio modello organizzativo. Stiamo già pensando a soluzioni che ci permettano di essere sempre più agili.
Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
Siamo sempre più vicini ai clienti, e sempre più pronti a suggerire loro le opportunità da cogliere in questo momento. Da diversi anni Havas Media punta sul suo ruolo di consulente. Questa posizione si è accentuata ulteriormente in quest’ultimo periodo: ci siamo mossi fin da subito per aiutare ciascun cliente a trovare la soluzione ottimale per affrontare la difficile situazione in cui ci troviamo, con una consulenza specifica per ognuno, mappando ogni tipologia. I clienti si sono rivolti a noi da subito per essere guidati in questo percorso, e abbiamo avuto un feedback molto positivo da parte loro, perché hanno sentito la nostra vicinanza e riconosciuto il valore che portiamo.
Ogni settimana rilasciamo una newsletter rivolta ai nostri clienti per analizzare come si evolve il mercato. Abbiamo avviato un’indagine ad hoc per tenere monitorati i comportamenti degli italiani dall’inizio della pandemia, e siamo già al rilascio della terza wave di ricerca; tutto per fornire gli strumenti necessari a prendere le decisioni più puntuali e con tempestività.
Alcune aziende si sono focalizzate esclusivamente sulla performance, ma mai come ora la comunicazione si deve concentrare su messaggi che mettano in luce i valori di marca. Per i brand, questo momento rappresenta un’opportunità per rafforzare i propri valori e la loro vicinanza alla popolazione. Per questo devono capire come essere rilevanti nei contenuti, nel tono della comunicazione e nella scelta dei mezzi.
L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Dipende dall’azienda, ma il trend generale è stato di spostare gli investimenti: per i brand è importante mantenere attivo il contatto con il consumatore. Bisogna ripensare ai modelli di business. Come anticipato prima, si sono aperte nuove opportunità sia per investire sui valori del brand, sia per puntare sui canali di vendita online potenziando l’e-commerce, cavalcando le nuove abitudini della popolazione italiana. Tuttavia, non bisogna pensare che la digitalizzazione sia una scorciatoia a costo zero. Come tutti i cambiamenti prevede visione, competenza e capacità di assunzione di rischio: tutte attività nelle quali un’agenzia media attuale deve sapere affiancare il cliente.
Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Usciremo da questa crisi trasformati, nelle attitudini e nelle abitudini di consumo. Ci vorrà del tempo prima di un vero e proprio ritorno a una situazione pre emergenza, e fino ad allora vivremo in una “nuova” normalità. Tuttavia, alcune abitudini acquisite dagli italiani in questo periodo rimarranno anche a emergenza conclusa. Il dover restare in casa ha dato una spinta alla digitalizzazione del Paese: una percentuale sempre maggiore della popolazione si è collegata a internet non solo per lavorare, ma anche per fare acquisti e fruire dei contenuti, prendendo così confidenza e acquisendo una familiarità che non dimenticherà più. Si aprono opportunità per i brand, che avranno il ruolo di guidare il consumatore in queste nuove abitudini di consumo, ad esempio continuando a sviluppare i propri servizi digitali.
L’ultima wave della nostra ricerca ha voluto indagare quali sono le attività a cui gli italiani pensano maggiormente di dedicarsi una volta superato il lockdown: visite da parrucchieri ed estetiste, shopping in negozi fisici, giornate all’aria aperta e pranzo/cena al ristorante, mentre tra i beni che verranno acquistati troviamo al primo posto abbigliamento, accessori, scarpe e borse e pacchetti vacanze. Sono tutti buoni spunti da cui partire per rilanciare la comunicazione di prodotti e servizi volta a soddisfare i bisogni delle persone.
Il motto di tutto il Paese è #prontiaripartire più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare l’economia?
Tutto il Paese ha dimostrato ogni giorno che gli italiani sono un popolo che ha nel suo DNA un’altissima capacità di adattamento, e questo ci darà la forza necessaria per ripartire. Dobbiamo sfruttare il momento attuale per riflettere, come detto in precedenza: non è il momento di fermarsi, ma i brand devono lavorare per rafforzare il loro valore agli occhi delle persone, diventando sempre più “meaningful”.
I brand che si saranno dimostrati vicini alla popolazione nel momento del bisogno potranno poi fare leva sul loro ruolo per supportare gli italiani nella ripartenza, con i loro prodotti e servizi.