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The Good Life ti aspetta in edicola

Da domani il nuovo numero di The Good Life è in tutte le edicole di Milano, da Martedì 26 in tutta Italia. The Good Life è disponibile anche in versione digitale su LeKiosk per avere la tua copia sempre con te o per completare la tua collezione. La musica va pensata prima che scritta. È un problema. È un problema che rimane sempre prima di cominciare una composizione. Davanti a sé il compositore ha una pagina bianca. Cosa ci mettiamo davanti a quella pagina? Cosa ci mettiamo sopra quella pagina bianca? Ecco, lì c’è un pensiero. Che si deve sviluppare e andare avanti alla ricerca di qualcosa che ancora non sappiamo.
(Ennio Morricone, dal film Ennio di Giuseppe Tornatore)

Silenzio assordante. Un raggio di luce punta dritto al centro della grande sala vuota. Lì, seduto al pianoforte, Nick Cave appoggia lieve le mani sui tasti bianchi e neri, come una piuma che si poggia a terra. La sua voce profonda apre uno squarcio e tutto attorno si fa rarefatto. Riapro gli occhi, ma sono ancora nella dimensione in cui mi ha portato Cave, nella West Hall dell’Alexandra Palace, con le note dei Bad Seeds che mi conducono ossessivamente a una domanda: come nasce un’opera “infinita”, senza confini, capace di trasportarti nel tempo e nello spazio? Come dice Morricone, nel finale del film Ennio di Tornatore, quando la pagina bianca ti guarda dritto in faccia, è in quel momento che inizia la sfida. Una sfida che a The Good Life amiamo cogliere con quello che può esser definito il pensiero polidimensionale della creatività, dove si fondono razionalità e fantasia, calcolo e invenzione, progetto e caso, manualità, tecnologia e un pizzico di magia. Perché solo un approccio interdisciplinare e corale può rivelarsi utile per comprendere la realtà come multipolarità cognitiva. La stessa con cui abbiamo affrontato – in questo numero che stringete tra le mani – lo scenario del mondo artigiano di domani: tra designer digitali e antiche maestranze giapponesi, abbiamo imparato quanto a volte l’effimero possa tradursi in essenziale e viceversa. Perché, come ci spiega Nick Cave nell’introduzione del suo libro Stranger than kindness (Ed. Il Saggiatore), “ciò che vedete vive nel mondo caotico che si forma intorno alle canzoni e nel quale le canzoni albergano. Sono i materiali che nutrono e danno alla luce l’opera ufficiale. Questi oggetti non vanno considerati opere d’arte, ma piuttosto la sovrastruttura stralunata e incontrollabile che sorregge nel suo farsi la canzone, il libro, il copione o lo spartito”. Uno spartito che mi riporta alla pagina bianca di cui parla Ennio, cari lettori, visto che con questo numero si conclude la mia straordinaria esperienza a The Good Life: più che un magazine un’orchestra sinfonica, con voci uniche che ringrazio una ad una. Da domani, una nuova pagina, ancora vuota, ci attende: ma non c’è melodia più bella del ticchettio che la riempirà.