Un decimo dell’orario di lavoro per fare innovazione: Vedrai apre il proprio Innovation Center
Un luogo per stimolare le persone a pensare fuori dagli schemi e a fare innovazione quotidianamente, indipendentemente dal ruolo ricoperto in azienda, attraverso la proposta di nuove idee, la sperimentazione di nuove tecnologie e lo sviluppo di progetti innovativi. Ma anche per coinvolgerle e valorizzarne idee, capacità e intuizioni non strettamente correlate con le esigenze di business del momento. Vedrai, il gruppo specializzato in soluzioni di intelligenza artificiale per le PMI, apre il suo Vedrai Innovation Center, uno spazio che nasce con l’obiettivo di trasformare l’innovazione continua in una pratica quotidiana anche all’interno della vita aziendale e non solo nei confronti del mercato, di anticipare i nuovi trend tecnologici e guidare i cambiamenti.
A ricoprire il ruolo di Direttore dell’Innovation Center è Andrea Lelli, Data Scientist di Vedrai, che avrà il compito di valutare e approvare i progetti che saranno proposti all’interno dell’hub. Lelli è entrato in Vedrai fin dalla sua fondazione, dopo aver conseguito un dottorato in matematica e statistica applicata alla University of Bath e aver maturato esperienze collaborando con diverse aziende internazionali.
“Per una realtà under 30 come Vedrai che si occupa di tecnologie all’avanguardia, sarebbe anacronistico adagiarsi sui propri modi di fare. L’obiettivo del progetto è dunque consentire a ciascuno di uscire dalla propria zona di comfort, esprimersi in campi in cui solitamente non opera, così da valorizzare le proprie soft skills, rendendosi autore di cambiamenti e portatore di innovazione. Centrale nel progetto è la capacità di ragionare su problemi complessi e che richiedono approcci non convenzionali”, spiega Andrea Lelli, Direttore del Vedrai Innovation Center.
Gli spazi dedicati all’Innovation Center saranno allestiti presso l’ufficio milanese dell'azienda e le persone di Vedrai saranno invitate a dedicare fino a un decimo del loro orario lavorativo per sperimentare tecnologie emergenti e confrontarsi su progetti innovativi. Inoltre, Vedrai ha realizzato uno spazio virtuale nel Metaverso per condividere con investitori e aziende i progetti in corso e i risultati delle iniziative già realizzate.
Per i progetti ritenuti meritevoli sarà stanziato il budget necessario all’acquisto delle tecnologie utili ad approfondire e a sviluppare l’idea di partenza. I membri del team potranno inoltre scegliere se aderire ad uno o più progetti, mettendo a servizio le proprie competenze e partecipando allo sviluppo degli stessi.
L’obiettivo è far sì che i progetti dell’Innovation Center si concludano con la creazione di MVP (Minimum Viable Product, ossia la prima versione testabile di un prodotto): in caso di feedback positivi e di prodotti in linea con l’offerta dell’azienda, si prevede di integrarli direttamente nella suite di Vedrai; in alternativa si valuterà la creazione di startup per svilupparli o di donarli alla ricerca pubblicandoli open source. Sarà inoltre creato uno showroom dove verrà esposto il risultato dei lavori e dei progetti dei team di Vedrai.
“Il Vedrai Innovation Center rappresenta un modo di approcciare al futuro di Vedrai, dove chiunque può contribuire ad ispirarlo. Solitamente nelle aziende ‘tradizionali’ l’innovazione è relegata al reparto di Ricerca e Sviluppo: in Vedrai vogliamo invece che l’innovazione sia parte del quotidiano di tutti”, spiega Michele Grazioli, Presidente di Vedrai SpA. “Per noi è anche un messaggio nei confronti delle aziende con le quali ci interfacciamo ogni giorno e alle quali raccontiamo l’importanza di evolvere e cambiare: portiamo l’innovazione non soltanto all’esterno, ma anche all’interno di Vedrai, in un processo continuo che consente ad ogni realtà di mettersi in gioco coinvolgendo tutto il team, superare la zona di comfort e integrare quindi l’innovazione come parte del mindset”.
All’interno dell’Innovation Center non è prevista un’agenda di ricerca per il team: “è un luogo dove andare quando ispirati, a qualsiasi ora”, aggiunge Andrea Lelli. “Che sia per testare caschetti che rilevano le onde cerebrali, per creare assistenti virtuali che capiscono dalla voce se siamo tristi o felici, o anche per scrivere un libro su Vedrai: un posto dove sperimentare, per il gusto di farlo; dove il giusto equilibrio tra coraggio e fattibilità sarà, per la prima volta, posto in secondo piano”.