Una copertina nera, il pugno chiuso postato da Lewis Hamilton Sabato 13 giugno su Sportweek “Pugni chiusi”, focus su sport e razzismo
Sportweek in edicola sabato 13 giugno pubblica un dossier sulla lotta contro il razzismo che sta scuotendo anche il mondo dello sport dopo l'assassinio di George Floyd. Lewis Hamilton, il campione del mondo della F1, ha postato il pugno nero contro il cielo del fotografo Matt Barnes. Una foto cosi forte che è diventata l’immagine della copertina di Sportweek accanto a quella di Tommie Smith e John Carlos, i velocisti americani che salirono sul podio dell’Olimpiade di Messico ’68 con il pugno alzato. Ma ci sono anche le parole pesanti come macigni di LeBron James e tutte quelle immagini dei calciatori in ginocchio a ricordarci che il linguaggio universale dello sport ha sempre sostenuto la battaglia culturale e civile contro il razzismo.
«Da sempre lo sport e i suoi campioni hanno affiancato la battaglia per i diritti civili, che non possono dipendere dal colore della pelle. Per questo il caso di George Floyd, l’ex giocatore universitario di basket e football al quale un poliziotto di Minneapolis ha schiacciato la vita, è diventato evento globale che ha scatenato la reazione di campioni di ogni sport e nazionalità», scrive nell'editoriale il responsabile Pier Bergonzi. Bergonzi mostra anche i tatuaggi di Andre Gray, attaccante del Watford in Premier, uno dei campioni più impegnati nella lotta al razzismo: «la sua schiena è una sorta di infografica umana che ripercorre le tappe della battaglia culturale e civile che siamo ancora ben lontani dall’aver vinto. Sono storie d’inchiostro che entrano nella sua pelle come nelle nostre coscienze. Ci sono tutti: Martin Luther King e Rosa Parks, Malcom X e Bob Marley… Ma anche Muhammad Ali, Tommie Smith e John Carlos».
La cover story di Sportweek ospita un'intervista a Vikash Dhorasoo. L'ex milanista vorrebbe fermare le partite in caso di insulti discriminatori, metterebbe alla guida della Fifa la campionessa Megan Rapinoe, fieramente impegnata contro ogni tipo di discriminazione, e affiderebbe il sindacato calciatori anche a giocatori di colore perché, spiega a Sportweek, «come non si può pensare che un uomo possa risolvere il problema della violenza fatta alle donne, non si può neppure sperare che un bianco risolva il problema del razzismo nei confronti dei neri».
Si racconta a Sportweek anche il campione bolognese Marco Belinelli, 34 anni, guardia dei San Antonio Spurs, con cui ha vinto il titolo Nba nel 2014: «Io seguo Obama: siate scomodi. E ai giovani dico: non voltate le spalle al razzismo, andare contro ciò che riteniamo ingiusto fa bene agli altri e a noi stessi».
Le pagine Sportweek Social Club sono un viaggio nell'Instagram dei campioni che postano il loro pugno chiuso contro il razzismo, cominciando proprio da Hamilton («Noi neri non siamo nati colpevoli. Io sono stato picchiato perché nero. Per favore, non restare in silenzio, qualunque sia il tuo colore»). Con lui, sono nel movimento Black Lives Matter tanti sportivi, da Messi a Bolt e Tyson, da Federer alla Williams. E poi McGregor, Ibrahimovic, Drogba, Balotelli, Prince Boateng e il Besiktas, Emre Can e il Borussia Dortmund.
Sabato in Sportweek, anche molti altri contenuti. Nel cinquantenario della mitica semifinale mondiale Italia-Germania 4 a 3, il magazine ospita le interviste esclusive a due protagonisti dello storico match, Gianni Rivera e Karl-Heinz Schnellinger, e un intervento del sociologo Nando Dalla Chiesa, autore del libro La partita del secolo (Solferino).
Inoltre, un'infografica sul calcio che riparte in sicurezza con le dieci cose da sapere per scongiurare un’altra sospensione: dalle regole per tutelare la salute di tutti i presenti, alle misure per mitigare un calendario così tanto compresso, con 124 partite dal 20 giugno al 2 agosto.