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Vanini, Icam e l’Uganda: un modello di impresa sostenibile

Tutto il cacao utilizzato nella nuova gamma di tavolette BIO a marchio Vanini proviene dall’Uganda, un paese che negli ultimi anni ha conosciuto una significativa crescita economica e sociale, in particolare tra i piccoli produttori di cacao della regione di Bundibugyo, proprio grazie all’intervento di Icam.

Una decina di anni fa l’azienda di Orsenigo ha infatti fondato una società – la Icam Chocolate Uganda Ltd – con un importante progetto di sviluppo del territorio in mente: migliorare le condizioni di vita dei piccoli coltivatori di cacao e creare una materia prima di alta qualità.

Prima dell’arrivo di Icam nella zona di Bundibugyo la proprietà terriera locale era particolarmente frammentata. I contadini coltivavano appezzamenti di dimensioni molto modeste, ma dai quali traevano tutte le proprie fonti di sostentamento. Dopo aver raccolto le cabosse ed aver estratto i semi i coltivatori eseguivano fermentazione ed essicazione delle fave direttamente nelle proprie abitazioni. Oltre a essere costantemente a rischio di furti, questa modalità comportava considerevoli disagi per la vita familiare e risultati pesantemente negativi sulla qualità del prodotto.

Icam è intervenuta con una strategia che ha profondamente modificato la situazione: ha costruito un centro per la raccolta del cacao secondo le più avanzate metodologie di lavorazione e ha quindi preso direttamente in carico la gestione e il controllo delle due delicatissime fasi della fermentazione ed essicazione. Contemporaneamente, il personale Icam ha dato il via a numerosi e continui corsi di formazione rivolti agli agricoltori per insegnare loro le moderne tecniche agronomiche.
In questo modo Icam ha creato un reale e concreto rapporto WIN WIN che ha permesso di valorizzare la qualità dei raccolti e migliorare la redditività delle piantagioni.

Questo processo ha visto un’ulteriore accelerazione quando l’azienda ha deciso di introdurre il biologico nella coltivazione del cacao di Bundibugyo, utilizzato nella nuova linea di tavolette Vanini. Per ottenere la certificazione BIO ECOCERT (conseguita nel 2017), Icam ha selezionato e formato quasi 2.300 piccoli produttori, che hanno sottoscritto un accordo in cui si impegnano a rispettare le regole di coltivazione bio escludendo in modo assoluto l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi chimici.

Questo intervento di Icam, che si è innestato in una consuetudine ormai consolidata tra azienda e piccoli agricoltori a rapporti di sostegno reciproco e crescita sostenibile, ha così prodotto un cacao di qualità decisamente superiore, che può essere commercializzato a prezzi più elevati rispetto a quanto il mercato locale ugandese offre (grazie anche alla premialità collegata al prodotto bio), e sta quindi contribuendo concretamente a garantire una maggiore stabilità economica delle famiglie coinvolte. In questo modo la continuità della relazione tra Icam e i piccoli coltivatori ha trovato una base ancora più solida.

In questo processo di crescita stanno svolgendo un ruolo cruciale le donne, vere protagoniste nelle fasi di raccolta e vendita del cacao e nell’amministrazione delle risorse economiche.

Anche nelle politiche di selezione del proprio personale Icam ha applicato rigorosamente un principio anti-discriminatorio su razza, sesso e religione, piuttosto raro in un’area geografica che per anni è stata vittima di lunghi conflitti etnici. In stagione Icam arriva a coinvolgere oltre un centinaio di dipendenti, in quanto la lavorazione del cacao in bava (fresco) richiede molta manodopera.
Ormai infatti la quantità di prodotto fresco raccolto sta per raggiungere la soglia delle 2 mila tonnellate.

Un altro elemento molto positivo legato alla certificazione bio, che richiede l’acquisizione di numerosi dati e altre informazioni specifiche sulle piantagioni, è la possibilità per Icam di mappare il territorio ed essere così in grado di aiutare ulteriormente i contadini a conoscere il terreno,  aumentare la produzione ed essere precisi e mirati nell’eventualità di una comparsa di malattie.

Con questa attività Icam si posiziona come esempio concreto di impresa sociale che punta all’efficienza economica e insieme modifica il contesto sociale in cui opera, grazie a un modello che distribuisce le risorse e il profitto tenendo in considerazione tutti i fattori coinvolti nell’attività produttiva.

L’Uganda è ormai nel cuore di Icam. E su questo paese Icam continua a investire in modo sostenibile. È infatti recente l’avvio di una collaborazione tra l’azienda di Orsenigo e ACAV (Associazione Centro Aiuti Volontari) per la realizzazione di un progetto di forestazione nella parte occidentale del paese.

Si tratta di zone dove l’afflusso di profughi dal Sud Sudan, in fuga dalla guerra civile, ha modificato profondamente gli equilibri ambientali: il loro arrivo ha comportato un drastico incremento del fabbisogno di legna, utilizzata massicciamente per la costruzione di unità abitative nei campi profughi.

Icam ha sottoscritto con ACAV un impegno che prevede la distribuzione di piantine di cacao, mango ed essenze forestali a 400 contadini e contadine. Altri 200 contadini saranno formati e seguiti nella creazione di vivai forestali per la produzione delle piantine.
Anche in questo caso, quando le piante saranno in grado di produrre frutta e cacao (la pianta di cacao diventa produttiva dopo 5 anni), i contadini disporranno di una fonte di reddito per le famiglie e le comunità.