“World Oceans Day”: da GRT Group la tecnologia Plastic-to-fuel per ridurre l’inquinamento e dare valore alla plastica non riciclabile
Secondo la Commissione europea ogni anno in Europa si generano ben 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% è raccolta per essere riciclata. In Italia, in particolare, le materie plastiche rappresentano, secondo l’ultima rilevazione di Legambiente, l'84% dei rifiuti sulle spiagge, con evidenti danni in termini di inquinamento, visto che nel 2017 sono stati calcolati 670 rifiuti ogni 100 metri di battigia. Negli ultimi anni sono stati senza dubbio fatti molti sforzi per ridurre l’impatto ambientale delle plastiche e il “World Oceans Day” che si celebra domani ha sicuramente il merito di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale su questi temi, ma molto rimane ancora da fare in un contesto in cui, secondo l’ONU, ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. E se solo una parte della plastica può essere riutilizzata, in che modo si può sfruttare anche quella non riciclabile, riducendone l’impatto ambientale e la sua presenza nei mari, negli oceani e più in generale nell’ambiente?
Una soluzione arriva da GRT Group - società operante nel settore dell’economia circolare - che si propone di produrre carburante dalla plastica non riciclabile e dalle energie rinnovabili attraverso un processo di conversione termica in assenza di ossigeno (nessuna combustione, nessun incenerimento). Come risultato, l’ambiente è meno soggetto a inquinamento e il territorio è maggiormente preservato. Inoltre, il carburante prodotto è pulito e compatibile con i motori e le industrie esistenti e porta con sé notevoli vantaggi, come la drastica riduzione della dispersione della plastica nell’ambiente e in discarica, la promozione del riuso grazie al valore che viene dato a un materiale altrimenti inutilizzabile, la sensibile diminuzione (-70%) delle emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili e all’incenerimento della plastica non riciclabile, la produzione locale, senza perciò necessità di estrazione, raffinazione e trasporto.
“Bisogna continuare a investire in ricerca e sviluppo per affrontare in maniera concreta ed efficace le sfide ambientali – commenta Luca Dal Fabbro, CEO di GRT Group e vicepresidente del Circular Economy Network –il riutilizzo della plastica non riciclabile e la sua trasformazione in ecofuel di certo aiuta l’ambiente, ma la strada per un futuro sostenibile è ancora lunga e la vera sfida rimane quella di orientare l’industria e le imprese verso il paradigma della circolarità, un modello non solo sostenibile, ma anche profittevole dal punto di vista del business”.